DISABILI E BARRIERE ARCHITETTONICHE

Pubblicato: 24 Maggio 2013 in Odio l'umanità
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Nel mare infinito dei punti dolenti d’Italia non è inusuale incagliarsi in quelle che normalmente vengono definite barriere architettoniche, ovvero l’insieme degli ostacoli che determina un limite di mobilità per le persone disabili.
Quella del nostro Paese risulta essere tra le condizioni più critiche di tutto il continente, con difficoltà concrete ed episodi di reclusione “forzata” per quasi tre milioni di italiani, una cifra spaventosa che equivale al 20% di tutta la popolazione dell’Unione Europea, percentuale che comprende (oltre che persone con handicap) anche anziani e soggetti con problemi di peso.
A rendere la situazione più difficile si aggiunge inoltre la solita cattiva educazione italiana.
E’ piuttosto frequente imbattersi in circostanze in cui la trascuratezza ed il menefreghismo della gente complicano ulteriormente la già difficile condizione dei disabili, che si ritrovano quotidianamente a combattere battaglie personali nelle quali, purtroppo, risultano spesso sconfitti.

Disabili

L’esempio classico di questa inciviltà è quello relativo ai parcheggi dedicati ESCLUSIVAMENTE alle persone con handicap. A parte che a volte tali postazioni vengono collocate lungo marciapiedi alti e addirittura senza scivolo, creando ulteriori difficoltà a chi avrebbe diritto di usufruirne con maggior semplicità, ma aldilà di questo, la problematica più comune è legata all’utilizzo abusivo dei posteggi, occupati da automobilisti fuorilegge che non si curano di tali questioni e non pensano minimamente di poter arrecare danno ai disabili. Il paradosso sta nel fatto che l’unico scrupolo da cui possano venire toccati sia quello relativo ad un’eventuale multa che potrebbero ricevere nel caso in cui venissero beccati dai vigili, di certo non si preoccupano di altro!
Altra situazione sgradevole poi è quella degli automobilisti che fanno cattivo uso del contrassegno per disabili, pronti ad esibirlo anche quando disabili in macchina non ce ne sono! E’ capitato poi di chiedere spiegazioni ad alcuni di essi e di ricevere risposte (sincere?) tipo “mia madre è in carrozzina ma in questo momento è a casa” oppure “mio marito è portatore di handicap ma adesso vado a prenderlo a lavoro”. La cosa assurda poi è che le forze dell’ordine non si prendano minimamente la briga di verificare, almeno ogni tanto, se coloro che esibiscono tali tagliandi arancioni abbiano effettivamente un disabile in auto o meno!
Tanto per cambiare, solito andazzo e solita approssimazione, in stile tipicamente italiano…per non parlare poi dei disabili “presunti”…
Ma continuerò a scriverne tra sette giorni!

Ciao, a settimana prossima!

Stefano Ristori

commenti
  1. rossodipersia ha detto:

    Ho conosciuto, per mia sfortuna, una tipa di quelle modaiole con la borsetta appesa all’avambraccio (per capirci) che, abitando in centro città, utilizzava costantemente il simbolo handicap della nonna per parcheggiare. Alla mia obiezione ha risposto candidamente: “Beh, tanto lei non esce più e almeno io parcheggio”. Ecco. Ho smesso anche di dirle buongiorno!

  2. GabrieleRomano ha detto:

    Quoto il post! Credo comunque che il basso grado di inciviltà in Italia sia dovuto anche alla brutta pianificazione urbanistica e dei trasporti. Non ho mai occupato un parcheggio per disabili, ma spesso mi è venuta la tentazioni quando stando nel centro della mia città, non riuscivo a trovare un parcheggio o un posto dove lasciare momentaneamente la macchina.. Se vogliamo parlare del traffico che c’è in Italia, si potrebbero scrivere dei trattati interi!!

  3. martina ha detto:

    Gran bel sito stefano continua cosi

  4. stefanoristori ha detto:

    Grazie mille ragazzi! 🙂

  5. paperplatz2013 ha detto:

    L’ha ribloggato su paperplatzbloge ha commentato:
    ci interessa!!!

    redazione Paper Platz

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