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L’Italia, si sa, è terra di poeti, santi e navigatori.
Ma facendo riferimento al periodo attuale, diciamo che sono altre le categorie di persone attraverso le quali veniamo generalmente “catalogati”, in base a tipiche attitudini e peculiarità che ci contraddistinguono.
Questo lo si evince, spesso, anche dai risultati ottenuti a seguito di sondaggi statistici in base ai quali, come consuetudine, vengono poi stilate curiose classifiche tra i cittadini di tutto il mondo, dove, dalla posizione occupata in graduatoria, si determina quanto un popolo possa essere accostato o meno ad una particolare categoria di persone.
Sicuramente, ritornando al discorso classifiche, per quanto gli italiani possano annoverare ottimi piazzamenti in graduatorie che, ad esempio, si rivolgono agli stilisti più apprezzati, agli amatori più passionali oppure agli chef migliori, (tanto per citarne qualcuna) di contro, visti i dati sconfortanti emersi da sondaggi dello scorso anno, occupiamo ad esempio un’umiliante ultima posizione per ciò che riguarda i lettori più assidui tra i paesi membri dell’ Unione Europea e comunque, più in generale, una delle più basse di tutto il continente.
In Europa, parlando di cifre, nel 2012 soltanto il 46% degli italiani ha letto almeno un libro, percentuale che se confrontata con quella della Germania (che arriva addirittura all’82%), della Francia (70%) o della Spagna (61,4%), ci deve far parecchio riflettere, oltre che impallidire. Un dato decisamente sconfortante, soprattutto per demerito degli uomini, che leggono molto meno rispetto alle donne (rispettivamente il 39,7% contro il 51,9%).
Percentuali bassissime anche tra i nostri connazionali che leggono tra i 4 e gli 11 libri all’anno (18,4%) e coloro che invece superano gli 11 (soltanto il 6,3% della popolazione).
Anche per ciò che riguarda i quotidiani, la situazione non è delle migliori.
Il 52% dichiara di leggerne uno almeno una volta alla settimana, mentre solo il 36% li legge almeno 5 giorni su 7.
C’è da dire, comunque, che molti preferiscono informarsi tramite il web, pur considerando che anche attraverso l’utilizzo della rete i nostri limiti a livello di lettura e di ricerche a scopo culturale tendano a permanere.

libri

Se già leggiamo poco, inoltre, bisogna aggiungere che lo facciamo anche scegliendo letture di scarsa qualità!
Basti pensare, ad esempio, alle classifiche dei volumi più letti in Italia ogni settimana, oppure ai libri più venduti nel nostro Paese. Come avrete notato più volte, le migliori posizioni sono spesso occupate, tanto per citarne qualcuno, da libri di cucina tipo della Clerici o della Parodi, romanzi di Fabio Volo, autobiografie di calciatori, etc.
Per non parlare poi delle riviste di gossip, che a suon di scandali e pettegolezzi, catturano l’attenzione di un foltissimo numero di lettori, aiutati anche da programmi televisivi spazzatura che ci bombardano da mattina a sera, ma di questo ne abbiamo già discusso…

Italiani popolo di poeti, santi e soprattutto navigatori, abili ed esperti marinai anche nell’infinito mare dell’ignoranza…

Buon week end gente, a venerdì prossimo!

Stefano Ristori

Stiamo vivendo un periodo nero. La crisi finanziaria ormai ci tormenta da qualche anno, nonostante la fievole fiammella della speranza di uscirne continui a rimanere accesa. Il problema è che la fiammella forse non basta, davanti a noi il buio ingoia tutto, anche la fiducia nel futuro.
Le conseguenze nel settore lavorativo sono state catastrofiche, con una preoccupante media di oltre mille aziende italiane al giorno che chiudono, dipendenti in cassa integrazione o in mobilità, sempre più persone che rimangono a casa ritrovandosi in mano un pugno di mosche e che non riescono a trovare una nuova occupazione, magari avendo pure famiglia a carico. Senza parlare poi dei giovani: dalle statistiche dello scorso anno risulta che il 36,5% degli italiani dai 15 ai 24 anni sia senza lavoro, oltre un terzo della popolazione giovanile!
Davvero un disastro quindi, anche per coloro che hanno conseguito una laurea dopo anni di studio e fatica. Ci sono italiani con all’attivo più lauree, master, dottorati di ricerca, che conoscono perfettamente l’inglese e magari anche altre lingue ma che non trovano sbocchi, e spesso nemmeno in ambiti più umili e semplici, dove le conoscenze culturali maturate nella vita servono poco o a nulla.
Badate bene però, io ho parlato di “conoscenze culturali”, perché in effetti esiste un altro tipo di “conoscenza” che invece qui in Italia può spalancarti le porte del futuro…ovviamente mi riferisco alla classica RACCOMANDAZIONE.
Una consuetudine molto forte nel nostro Paese, ma che si è acuita negli ultimi anni a causa della crisi. E’ ciò cosa comporta? Sicuramente una privazione di posti di lavoro a scapito di persone più preparate di altre che però, grazie alle conoscenze, poi vengono assunte. In ambito lavorativo e produttivo ciò si riflette negativamente sull’economia italiana. Si innestano di conseguenza gravi ripercussioni che purtroppo non è possibile quantificare, ma che ci rendiamo conto tutti di quanto siano dannose.
La meritocrazia, ben applicata in altre nazioni (Stati Uniti in primis), qui da noi risulta essere inconsistente od impiegata in maniera non corretta . Ciò provoca un altro dei gravi problemi sul quale sembra che le nostre istituzioni non si adoperino abbastanza per limitarlo, ovvero la sempre più frequente fuga dei cervelli all’estero. I nostri giovani più brillanti e capaci trovano altrove opportunità sicuramente maggiori, più stimolanti e più remunerative legate anche alla concreta possibilità di fare carriera. Ciò qui da noi significa perdere importanti brevetti, idee innovative, guizzi geniali che in termini economici e di considerazione farebbero acquistare all’Italia una posizione sicuramente più forte di quella attuale, in Europa e nel mondo.
Sarebbe opportuno quindi tutelare questo “patrimonio nostrano”, premiare ed offrire opportunità di crescita ulteriori, perché sarebbe logico che fossero queste persone a MERITARE un posto di lavoro rispetto alla marea di raccomandati che ricoprono ruoli dei quali non avrebbero diritto e dei quali beneficiano esclusivamente per qualche conoscenza importante in quei contesti…

La flebile fiammella della speranza continuerà ad ondeggiare, sul prossimo governo (che stiamo ancora aspettando), sulle istituzioni, su tutti noi italiani.
Peccato però che ci sarà sempre qualcuno che non smetterà mai di soffiare…

Ciao a tutti, a settimana prossima!
Dimenticavo…Buona Pasqua!

Stefano Ristori