Stiamo vivendo un periodo nero. La crisi finanziaria ormai ci tormenta da qualche anno, nonostante la fievole fiammella della speranza di uscirne continui a rimanere accesa. Il problema è che la fiammella forse non basta, davanti a noi il buio ingoia tutto, anche la fiducia nel futuro.
Le conseguenze nel settore lavorativo sono state catastrofiche, con una preoccupante media di oltre mille aziende italiane al giorno che chiudono, dipendenti in cassa integrazione o in mobilità, sempre più persone che rimangono a casa ritrovandosi in mano un pugno di mosche e che non riescono a trovare una nuova occupazione, magari avendo pure famiglia a carico. Senza parlare poi dei giovani: dalle statistiche dello scorso anno risulta che il 36,5% degli italiani dai 15 ai 24 anni sia senza lavoro, oltre un terzo della popolazione giovanile!
Davvero un disastro quindi, anche per coloro che hanno conseguito una laurea dopo anni di studio e fatica. Ci sono italiani con all’attivo più lauree, master, dottorati di ricerca, che conoscono perfettamente l’inglese e magari anche altre lingue ma che non trovano sbocchi, e spesso nemmeno in ambiti più umili e semplici, dove le conoscenze culturali maturate nella vita servono poco o a nulla.
Badate bene però, io ho parlato di “conoscenze culturali”, perché in effetti esiste un altro tipo di “conoscenza” che invece qui in Italia può spalancarti le porte del futuro…ovviamente mi riferisco alla classica RACCOMANDAZIONE.
Una consuetudine molto forte nel nostro Paese, ma che si è acuita negli ultimi anni a causa della crisi. E’ ciò cosa comporta? Sicuramente una privazione di posti di lavoro a scapito di persone più preparate di altre che però, grazie alle conoscenze, poi vengono assunte. In ambito lavorativo e produttivo ciò si riflette negativamente sull’economia italiana. Si innestano di conseguenza gravi ripercussioni che purtroppo non è possibile quantificare, ma che ci rendiamo conto tutti di quanto siano dannose.
La meritocrazia, ben applicata in altre nazioni (Stati Uniti in primis), qui da noi risulta essere inconsistente od impiegata in maniera non corretta . Ciò provoca un altro dei gravi problemi sul quale sembra che le nostre istituzioni non si adoperino abbastanza per limitarlo, ovvero la sempre più frequente fuga dei cervelli all’estero. I nostri giovani più brillanti e capaci trovano altrove opportunità sicuramente maggiori, più stimolanti e più remunerative legate anche alla concreta possibilità di fare carriera. Ciò qui da noi significa perdere importanti brevetti, idee innovative, guizzi geniali che in termini economici e di considerazione farebbero acquistare all’Italia una posizione sicuramente più forte di quella attuale, in Europa e nel mondo.
Sarebbe opportuno quindi tutelare questo “patrimonio nostrano”, premiare ed offrire opportunità di crescita ulteriori, perché sarebbe logico che fossero queste persone a MERITARE un posto di lavoro rispetto alla marea di raccomandati che ricoprono ruoli dei quali non avrebbero diritto e dei quali beneficiano esclusivamente per qualche conoscenza importante in quei contesti…
La flebile fiammella della speranza continuerà ad ondeggiare, sul prossimo governo (che stiamo ancora aspettando), sulle istituzioni, su tutti noi italiani.
Peccato però che ci sarà sempre qualcuno che non smetterà mai di soffiare…
Ciao a tutti, a settimana prossima!
Dimenticavo…Buona Pasqua!
Stefano Ristori