A nostro confronto Pinocchio, il burattino che tutti conosciamo ideato da Collodi, è decisamente un dilettante. Seppur famoso per le bugie raccontate, di certo non ha mai raggiunto i livelli che un italiano medio è in grado di raggiungere, anche perché l’italiano è bravo a raccontarle e a non farsi scoprire mentre, come sappiamo, Pinocchio si faceva beccare subito a causa del suo naso che si allungava. Siamo talmente abili nel raccontare frottole tanto da essere in grado anche di costruirle in maniera credibile, condendole talvolta di dettagli così particolareggiati che possono ingannare anche la persona più diffidente.
L’utilizzo della bugia è diffuso (o perlomeno dichiarato) tra oltre la metà degli italiani, che rivelano di ricorrere all’uso delle menzogne, soprattutto piccole e veniali, in quelle situazioni in cui non se ne può fare a meno, oppure quando si tratta delle classiche bugie bianche e a fin di bene.
Supponiamo ovviamente che, della scarsa metà rimanente, solo in pochissimi siano effettivamente onesti escludendo categoricamente di aver mai raccontato frottole, ma probabilmente invece, tra i restanti sé dicenti sinceri, si celano in realtà i peggiori bugiardi di tutta la penisola.
E’ stata stilata, inoltre, una classifica riguardante le tipologie di bugie da noi più utilizzate, in cui pare che al primo posto ci siano quelle dette per trarre profitto in ambito lavorativo (con superiori, colleghi e clienti), seguite da quelle di piccola gravità per condurre una vita quotidiana più serena possibile. Al terzo posto ci sono quelle dette a fin di bene, per non procurare dispiacere o per non offendere la sensibilità di qualcuno. Al quarto quelle raccontate per evitare controlli e per sfuggire dalle proprie responsabilità (con genitori, superiori, autorità in generale), al quinto quelle per difendere la propria privacy, al sesto troviamo le bugie raccontate quando si frequenta qualcuno di nascosto (amanti o comunque gente non apprezzata in famiglia), al settimo invece quelle per mantenere la pace in famiglia. Ci sono infine le bugie dette a scuola (ottavo posto), quelle sugli acquisti (nono) e quelle nelle relazioni sociali, come ad esempio quando si fanno dei falsi complimenti (decimo).
Per quanto riguarda, invece, le categorie di persone più avvezze all’utilizzo di menzogne, leaders incontrastati della graduatoria sono i politici (ma pensa!!!), seguiti, nell’ordine, dai commercianti, dai pubblicitari, dai criminali, dalle donne, dagli imprenditori, dagli uomini (quindi meno bugiardi delle donne), i sacerdoti, i giovani, le prostitute ed i medici (dati emersi dallo studio “Gli italiani e le bugie”, tramite una ricerca effettuata con interviste telefoniche qualche tempo fa da Astra/Demoskopea).
Un calderone bello vasto, dunque, in cui ognuno di noi, a suo modo, è presente con più o meno colpa.
Altro che povero Pinocchio!!!
Buon fine settimana!!!
Stefano Ristori