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Il malcostume di cui voglio parlare oggi è sicuramente più divertente e molto meno deprecabile rispetto a tante altre nostre cattive abitudini analizzate nelle scorse settimane, anche perché in realtà non si tratta di un difetto vero e proprio, più che altro possiamo associarlo ad una sorta di “marchio di fabbrica” tramite il quale veniamo individuati e presi un po’ in giro nel resto del mondo.
Mi riferisco alla nostra più che riconosciuta abitudine del GESTICOLARE CON LE MANI.

Siamo forniti di un vero e proprio “patrimonio gestuale” che ci tramandiamo da generazioni, un linguaggio del corpo incentrato sui movimenti delle braccia che accompagnano perfettamente il suono delle nostre parole.
A questo proposito ritengo che calzi a pennello una citazione di un noto antropologo, Demond Morris, che in un suo libro del 1967 intitolato “La Scimmia Nuda” descriveva con una metafora tali movimenti: “Le mani sono per gli esseri umani ciò che la bacchetta è per un direttore d’orchestra”.
E quindi, quali direttori d’orchestra migliori di noi italiani?
Siamo i maestri di questa specialità, l’arte della comunicazione non verbale è per noi un sistema sicuro ed efficace per assicurarci che il nostro interlocutore possa ben intendere ciò che stiamo dicendo con la voce, soprattutto se stiamo dialogando con persone che non conoscono la nostra lingua. Probabilmente questo vezzo ha una natura risalente ad un’epoca antecedente all’unificazione dell’Italia, quando si parlava una lingua derivante dal latino che cozzava però con dei dialetti locali che variavano da una zona all’altra del territorio. Probabilmente quindi, è a causa di questa incomunicabilità vocale che è stata introdotta una comunicazione fatta di gesti, che, nonostante la poi avvenuta unificazione d’Italia e di conseguenza anche l’unificazione verbale, è comunque rimasta ben presente nel Paese e spesso utilizzata.
Forse questo modo di gesticolare, pur risultando simpatico ed originale, viene da noi sfruttato un po’ all’eccesso, siamo talmente avvezzi a questo modo di fare che di frequente muoviamo le mani quasi involontariamente, anche comunicando tra di noi o comunque con persone che non necessitano di intuire dai nostri gesti ciò che non comprendono dalle nostre parole. E comunque il gesticolare, in alcuni casi, viene anche utilizzato per scarsità di vocabolario, cioè in situazioni in cui non sappiamo usare termini appropriati a ciò che vogliamo comunicare, e a quel punto introduciamo dei gesti con i quali possiamo sostituire quello che non riusciamo a dire con le parole.
Nelle altre nazioni veniamo molto presi in giro per questa abitudine, siamo catalogati come quelli che gestiscono le proprie conversazioni basandosi principalmente sui toni alti della voce e sul gesticolare, tanto da venire descritti in maniera forzata e caricaturale anche in molti film e serie televisive estere.
A tal proposito, vi saluto allegandovi questo filmato trovato su “Youtube” , un simpatico video in cui vengono spiegati alcuni dei nostri gesti più frequenti e più conosciuti nel mondo.
Buona visione e appuntamento a venerdì prossimo!

Ciao!

Stefano Ristori

Come promesso settimana scorsa, continuiamo con l’analisi degli stereotipi comportamentali legati agli abitanti delle zone d’Italia. Dal nord proseguiamo il nostro viaggio raggiungendo i bellissimi luoghi del meridione, scoprendo usi e costumi dei cittadini originari di queste parti.
E’ quindi il caso di dire…BENVENUTI AL SUD!

Parto descrivendo i “terroni”, così definiti purtroppo in tono sprezzante (ma che fortunatamente negli ultimi decenni si è ammorbidito assumendo una connotazione quasi più ironica), scegliendo un loro pregio , associando il bel clima e il caldo di quelle regioni alla solarità di cui sono naturali elargitori.
Il problema è che questa spontanea giovialità tende di frequente a tramutarsi in invadenza, con slanci di generosità che a volte oltrepassano la barriera della confidenza, creando fastidio e disagio in chi li riceve.
Il voler essere gentili a tutti i costi diventa dopo un po’ soffocante, e chi subisce tale atteggiamento si ritrova spesso nella fastidiosa situazione in cui ti tocca sopportare questa “esuberanza” per non risultare poi scortese.
L’invadenza è un eccesso di confidenza di cui si appropriano in maniera un po’ troppo leggera, forse sarebbe più opportuno essere gentili mantenendo però una sorta di “distanza di cortesia”, un po’ facendo simpaticamente riferimento a quella linea da non oltrepassare per la privacy che troviamo nelle farmacie ed in altri luoghi pubblici.
Altra prerogativa dell’italiano del sud è il facile pettegolezzo. L’immagine che personalmente possiedo di diversi paesini del meridione, in cui vedi per strada tante donne che chiacchierano sedute su una seggiola davanti alla porta di casa, spiega un po’ l’origine di questo malvezzo.
Ovvero l’osservare nelle vie i movimenti delle persone e dei vicini di casa, che risulta essere un ottimo metodo per controllare la vita degli altri con il fine poi di poter raccontare e commentare ciò che si è visto (spesso in maniera non totalmente corrispondente alla realtà).
Adesso questa “usanza” (soprattutto nelle città) si è trasferita all’interno delle mura domestiche…
Altra caratteristica dei meridionali è l’emissione acuta di ultrasuoni vocali, con aggiunta talvolta di inflessioni e folcloristiche espressioni dialettali.
Parlano a voce NON ALTA, DI PIU’!
Forse per abitudine, forse per un problema di udito che accomuna molti, fatto sta che questo avviene un po’ dappertutto, anche in quelle situazioni in cui sarebbe opportuno mantenere un tono di voce basso o meglio ancora, tacere del tutto.
E poi, per concludere, parlerei della loro puntualità. Mentre per l’italiano del nord si tratta di un vanto, a volte quasi un’ossessione, l’italiano del sud la considera con minor attenzione, “interpretandola” a proprio modo. Forse perché in generale la vita in meridione scorre in maniera più lenta, i ritmi non sono frenetici e forsennati come al settentrione e di conseguenza i tempi e gli orari fissati per gli appuntamenti si dilatano…eccome…
Per fortuna c’è da dire che dalle loro parti nessuno si arrabbia, prendono tutto con filosofia…

Bene, mi pare di aver fatto un riassunto più o meno completo degli iperbolici stereotipi che caratterizzano gli italiani del nord e del sud.
E quelli del centro, direte voi?
Beh, ritengo che non abbiamo peculiarità così “riconosciute” a livello nazionale, forse perché stando in mezzo risultano essere una sorta di commistione tra due mondi, per certi versi, molto diversi tra loro. Quindi, se invece conosceste o vi venisse in mente qualche stereotipo “esclusivo” degli abitanti del centro Italia, siete pregati di raccontarlo!

E’ tutto anche per stavolta,
buon week end, a venerdì!

Stefano Ristori